(Source: il Mulino)
ABOUT THE BOOK
Il volume ripercorre la storia delle professioni forensi e del loro governo nel Granducato di Toscana fino all’annessione all’Impero francese, con particolare attenzione al cruciale passaggio settecentesco, mettendo in luce le difficoltà di categorizzazione delle varie classi di difensori, lo svuotamento delle norme e delle strutture corporative e l’estrema frammentazione del regime giuridico del patrocinio giudiziario in un tipico ordinamento d’Antico Regime. Nel Settecento maturo, con l’intensificarsi del dibattito sulla riforma della giustizia, emerge l’intento di instaurare una vigilanza sempre più pervasiva sulla condotta di avvocati e procuratori, considerati una delle cause del malfunzionamento del sistema giudiziario. Pietro Leopoldo, in particolare, cerca di stabilire una disciplina uniforme centrata sull’imposizione di requisiti formativi e sull’attivazione di filtri all’accesso al mondo forense. Malgrado ciò, finisce per prevalere un modello eclettico di giurista, che supera gli antichi steccati fra avvocati, procuratori e notai e favorisce un’osmosi tra professione forense e magistratura.
ABOUT THE AUTHOR
Daniele Edigati insegna Storia del diritto medievale e moderno all’Università degli Studi di Bergamo. Si occupa prevalentemente di storia della giustizia criminale e dei rapporti fra istituzione politica e potere religioso, con specifico riguardo all’età moderna. Tra le sue pubblicazioni recenti ricordiamo «Un altro giurisdizionalismo. Libertà repubblicana e immunità ecclesiastica a Lucca fra Antico Regime e Restaurazione» (Aracne, 2016).
TABLE OF CONTENTS
Abbreviazioni
Introduzione. La storiografia sulle professioni forensi in Antico Regime
I. Le professioni forensi nel Granducato mediceo dall’autonomia corporativa cittadina alla prima disciplina dello stato (secoli XVI-XVIII)
1. Introduzione
2. Cosimo I e la riforma dell’Arte dei giudici e notai
3. Dai nuovi tentativi di riforma di fine Cinquecento all’emanazione degli statuti del collegio degli avvocati (1612)
4. L’estendersi del controllo centrale: sforzi e limiti dell’azione dell’Arte dei giudici e notai sul territorio e nei riguardi delle svariate categorie di patrocinatori
5. Una spia fondamentale dell’accostamento fra procuratori e avvocati: la giurisprudenza e in particolare quella rotale
6. Il regno di Cosimo III: un nuovo sguardo sulla giustizia e la maturazione di un sistema delle professioni forensi
7. Il punto di arrivo: la rinnovazione di bandi del 1736
II. Dalla norma alla prassi: l’abbattimento di steccati tramite la via supplicationis
1. Mancato rispetto di dignitates e steccati
2. Il lento superamento di nazionalità e cittadinanza come requisiti per l’esercizio delle professioni forensi
III. Il cambio di paradigma: le professioni forensi causa della crisi della giustizia
1. Memorie e propositi dei riformatori
2. L’operato concreto della Reggenza sul fronte delle professioni forensi
IV. La lunga stagione riformatrice leopoldina: disciplina delle professioni, riorganizzazione delle curie dello stato vecchio e controllo poliziesco
1. Introduzione: le riforme di Pietro Leopoldo nella temperie tardo settecentesca
2. Primi passi: la riforma della curia di Pisa
3. La riforma della curia fiorentina (1771)
4. La proposta di divieto integrale del patto di quota lite e la lotta agli altri abusi
5. La fine del Proconsolo e l’istituzione del Conservatore delle leggi
6. Nuovi sforzi per disciplinare i causidici dentro e fuori della vicenda processuale
7. Il dibattito del 1778 fra numero chiuso e liberalizzazione
8. Il nuovo ufficio di procuratore e l’incompatibilità con altre mansioni pubbliche e con il chiericato
9. La riforma della curia di Pistoia (1778)
10. L’estensione delle norme fiorentine a Pisa (1777) e il problema degli avvocati docenti dello studio
11. Una riforma ancora da scoprire: la pubblicità delle udienze civili
12. La polizia delle professioni forensi in atto
13. Gli altri fori: parziale uniformazione (Livorno), ma anche conservazione delle specificità (Pontremoli)
14. Il passaggio di funzioni al Presidente del Buon governo (1784-1793)
V. Nello stato «nuovo» d’età moderna: fra diversità istituzionali e analogie nelle tendenze complessive
1. La politica cosimiana: conservazione del controllo sui causidici da parte della Balia e adattamento al modello fiorentino
2. Fra XVII e prima metà del XVIII secolo: deroghe al regime cinquecentesco e reiterazioni di vecchie norme
3. La riforma della curia senese: una nuova spinta verso l’uniformazione allo stato vecchio
4. Procuratori in provincia nello stato nuovo: un capitolo ancora da esplorare
VI. La procura in provincia nello stato vecchio
1. Titoli universitari ed esercizio della procura nel Settecento
2. Il controllo dell’autorità centrale: i ricorsi contro i causidici di provincia
VII. L’esame d’accesso alle professioni forensi dall’introduzione ai primi anni di Ferdinando III
1. L’introduzione dell’esame
2. Svolgimento e contenuti dell’esame sotto la direzione del Conservatore delle leggi
3. I mutamenti successivi alla creazione del Presidente del Buon governo
4. Qualche conclusione
VIII. Sul crepuscolo del Settecento: la definitiva affermazione di un modello di giurista eclettico. Qualche conclusione
Indice dei nomi
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