Alberico Gentili,
giurista italiano esule in Inghilterra e, dal 1587, regius professor di civil
law a Oxford, fin dalla metà degli anni Ottanta del ‘500 entra in conflitto
con il teologo puritano John Rainolds. Dopo la pubblicazione da parte di
Gentili di alcune opere nelle quali si affrontano, fra gli altri, i temi della
liceità del mendacio, e delle rappresentazioni teatrali, fra i due dottori
oxoniensi si sviluppa una controversia, attestata da un carteggio, per
complessive otto lettere (7 luglio 1593 – 12 marzo 1594), oggi conservate nel ms.
352, pp. 183-307, del Corpus Christi College di Oxford, che Giovanni
Minnucci ha criticamente edito in questo volume. Come viene illustrato
nell’apposita Introduzione, nel corso della corrispondenza entrambi gli autori
si confrontano, talvolta assai duramente, non solo sui temi sopra richiamati,
ma soprattutto sulle competenze del teologo e del giurista, e sul ruolo
pubblico che le discipline da loro professate avrebbero dovuto svolgere
nell’Inghilterra elisabettiana e nella mutata realtà politica dell’Età moderna.
L’edizione dell’epistolario è corredata, a pié di pagina, da un apparato di
note, nel quale si individuano le fonti utilizzate, i rinvii alle opere e alle
lettere precedenti, le numerose connessioni testuali con alcune opere
pubblicate da Gentili successivamente: tutto ciò attesta che le epistole
costituirono, per il giurista italiano, la base da cui muovere per la stesura
del De actoribus, del De abusu mendaci, del I Libro del De
nuptiis (1599-1601). Completano il volume gli Indici delle Fonti normative,
scritturali, dei nomi di persona e di luogo.
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