Nel secolo XII, dopo circa mezzo millennio, rinascono e si consolidano linee guida di origine romana, essenziali per l'attività pratica dei giuristi di nuova formazione. Si costruiscono forme, figurae (categorie), che si consolidano nel tempo per l'impegno e l'autorità di grandi personaggi che per secoli si impegnano a mettere in evidenza l'essenziale distinzione e congiunzione fra lo ius e la lex. La scientia iuris è elaborata scientificamente nelle scuole che si moltiplicano rapidamente in gran parte d'Europa, la lex è gestita e promulgata nelle comunità locali. Lo ius, diritto comune europeo (ius commune), si riversa nella lex (ius proprium) e la struttura stabilmente. Con varianti, più o meno significative e durature, il quadro generale non cambia fino al sec. XIX. Poi lentamente decade, in una modernità che predilige la legislazione (la lex) e tende a dimenticare la scienza giuridica (lo ius).
ABOUT THE BOOK
Noto alla storiografia giuridica contemporanea come cattedratico e come autore di innumerevoli lavori scientifici e letterari. Vincitore per la storia medievale del Forschungs-Preis 1994 dell’Historisches Kolleg di München. L’American Historical Association gli ha dedicato un Congresso, Manlio Bellomo’s Vision of the Ius Commune: Its Importance for Historical Scholarship (Chicago 2000). Ha fondato e dirige l’International School of Ius Commune (Centro Ettore Majorana, Erice), che ha meritato l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Alcuni dei suoi libri sono editi in Germania, Spagna e Stati Uniti.
Per le nostre edizioni ha pubblicato: L’Europa del diritto comune (2016) e L’elogio delle regole (2012) ed è autore di una serie di romanzi con protagonista Don Filippo La Ferla: Le lacrime delle signore (2011, 2018 Siké ed.), Un re di denari (2012), L'isola di Shakespeare (2013), Nella rete del ragno (2015), Oltremare (Siké, 2019).
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